Lo shiatsu… cosa avevate capito?
Cambia qualcosa se la nostra pressione dura un minuto, 30 secondi o 3 minuti? Come sappiamo nella rigida formalizzazione cui lo stesso Masunaga aderiva esiste un certo tempo di pressione “giusta”, che lo shiatsuka è tenuto a seguire. E perchè è così importante entrare progressivamente e non di colpo?
Il giusto tempo di pressione e la “giusta” progressione è quella che ci restituisce la “risposta” del meridiano del ricevente. Questo direbbe lo shiatsuka fedele al metodo I.R.T.E., ma in generale ad ogni metodo basato sulla percettività addestrata.
Resta il fatto che secondo i padri giapponesi dello shiatsu c’è un range sotto o sopra il quale la pressione esce dall’orizzonte dello shiatsu, e quindi è fuori “norma”. In verità sulla progressività del movimento di ingresso ed uscita ci sono solo delle conferme indirette (sensibilità epicritica e protopatica) mentre sulle tempistiche il protocollo del ministero della salute giapponese è chiaro.
A prescindere da ogni valutazione di merito la domanda è: c’è una spiegazione fisica?
In un precedente articolo abbiamo visto che la continua formazione/rottura dei ponti di actina-miosina, due proteine ampiamente presenti nei sarcomeri delle fibre muscolari, responsabili del meccanismo di contrazione/rilassamento è lo stesso processo che fa cambiare forma all’ameba tanto amata da Masunaga.
I burst di molecole di calcio dentro o fuori l’ambiente citoplasmatico modificano la forma della parete plasmatica dell’ameba e generano risposte metaboliche differenti, utili all’organismo, ed è sempre il gradiente di concentrazione degli ioni calcio all’esterno o all’interno del reticolo sarcoplasmatico che circonda ogni singola fibrilla di ogni singola cellula muscolare nel nostro corpo a far partire il meccanismo actina-miosina di controllo muscolare.
Per inciso l’accumulo di calcio nel reticolo endoplasmatico (REL), così come il suo improvviso rilascio nel citosol cellulare pare un fenomeno che interessa tutte le cellule e costituisce un segnale “principe” di attivazione metabolica ampiamente utilizzato.
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In questa serie di schede che presentiamo QUI continuiamo a considerare il corpo umano come composizione a mosaico di diversi fenomeni, e lo osserviamo sotto il profilo dei fluidi che scorrono al suo interno.
I tessuti umani sono letteralmente creati dai flussi di scorrimento che li disegnano. Tali flussi sono composti di sangue, aria, cibo, fluidi extracellulari e cellulari. Questi fluidi viscoelastici scorrendo nel nostro corpo si comportano tutti come grandezze vettoriali ossia sono grandezze fisiche caratterizzate da un verso, una direzione e una intensità.
I fluidi biologici umani, vari miscugli di sostanze tra cui particolari forme di acqua sono dominanti, sono di tipo tissotropico, ossia hanno comportamento non lineare quando sottoposti a sollecitazioni, proprio come quelli che Masunaga osservava nell’ameba!
Forse troverete delle correlazioni interessanti che potrebbero spiegare, in parte, perchè da un punto di vista fisiologico una pressione per essere efficace ha bisogno si “stasi” e di “progressività”, ma non perdetevi nemmeno le riflessioni del saggio cinese sulla teoria cellulare!
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Buona lettura