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di Stefano Pighini

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Questioni di cuore! Variabilità cardiaca e shiatsu

Heart Rate Variability (HRV) in Fatigue Management: A peek into the research - Specialised Health

 

La Hearth Rate Variability (HRV) indica la variazione in termini di millisecondi da battito a battito del nostro cuore. La sua importanza nell’ambito del monitoraggio sportivo professionale o amatoriale è andata aumentando negli ultimi anni, ma anche diversi operatori della salute lo utilizzano con sempre maggior frequenza a causa delle potenzialità predittive di condizioni di salute. Infatti l’HRV fornisce una serie di informazioni su come l’integrazione neurofisiologica centro-periferia funziona nel singolo individuo. Di particolare interesse sono le informazioni sul tono del nervo vago che questo strumento è in grado di fornire, e la recente ricerca in psicofisiopatologia, seppur da diverse prospettive, pone al centro dell’attenzione il Vago per indagare i molteplici nessi tra cuore e cervello. Per i dettagli, oltre che al materiale reperibile in rete rimando al lavoro di Alessandro Casini che ringrazio per la consulenza che mi ha fornito in corso d’opera e per i suoi preziosi consigli. Se siete interessati all’argomento e volete approfondire significato e metodiche di analisi dell’HRV vi consiglio caldamente di seguire i suoi corsi sulla piattaforma Mibes..

L’HRV è un parametro molto importante per la nostra salute perchè  tanto più il ritmo del nostro cuore NON è regolare, tanto più il nostro sistema, e in particolare il sistema nervoso autonomo, sarà capace di adattarsi al mutare delle circostanze sia dell’ambiente interno (il corpo) sia di quello esterno.  Quindi una elevata variabilità cardiaca ( e un buon tono vagale) sono predittive di uno stato di salute migliore.

Lo studio che ho condotto oramai un anno fa, nel novembre del 2023, è basato sulla misurazione di questo parametro su tre riceventi subito prima e subito dopo aver ricevuto un trattamento shiatsu con metodo I.R.T.E.

Tale studio è stato reso possibile dalla collaborazione e il supporto tecnico di Marco Caponera un amico, oltre che un ottimo personal trainer con una formazione olistica.  QUI trovate il suo completissimo sito che vi consiglio di esplorare! 

 

Non mi resta che augurarvi buona lettura!

Studio HRV_SHIATSU

 

 

 

 

 

Il tocco shiatsu tra Masunaga e le neuroscienze

A integrazione del precedente “i recettori del tocco”,  in questo nuovo articolo ho cercato di fornire un contesto un pò più ampio alle ricerche di Masunaga, integrando con le osservazioni scientifiche più recenti.

L’obiettivo è fornire un kit di argomenti per il professionista shiatsu che accresca il suo bagaglio culturale ma sia anche una possibile molla per accendere la curiosità di esperimenti che oggi è possibile mettere in campo per una crescente professionalizzazione della nostra figura. 

In questo testo troverete i seguenti argomenti:

  • la risposta fisiologica allo stress e la risposta maladattiva  allo stress (con le sue conseguenze)
  • Lo shiatsu lavora sul parasimpatico, ma stiamo attenti a farla semplice!
  • il tocco protopatico ed epicritico, le vie neurali secondo Masunaga.  Una critica aggiornata: la via delle fibre non delle strutture
  • Il nervo vago e il rapporto con il Central Autonomic Network
  • Il ruolo di alcune strutture cerebrali superiori (l’insula)
  • Le potenzialità dello shiatsu: proposte di misurazione

Per osservazioni, opinioni e critiche scrivetemi via mail!

BUONA LETTURA 

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I recettori del tocco

Abbiamo già parlato della distinzione tra il tocco shiatsu e il tocco “discriminativo” in un post precedente.

In questo nuovo nuovo articolo approfondiamo la questione con un focus sulla neurofisiologia delle aree del cervello interessate e sulla struttura nervosa dei recettori. La ricerca contemporanea sembra confermare delle vie sensoriali specifiche  per fibre nervose che paiono specializzate nel riconoscere il tocco “gentile” da quello discriminativo. La ricerca scientifica nel segno di Masunaga dunque continua!

Buona lettura!!!

Leggilo QUI

 

Il flusso del Ki in Masunaga. La risonanza

La fisica classica occidentale naturalmente parla di energia e delle sue modalità di movimento. La cultura orientale ne parla in altri termini e da molto più tempo di noi, con sensibilità diverse.

Masunaga in un articolo di molti anni fa descriveva  le caratteristiche di una “corrente” sotto le sue mani, mentre operava sul corpo dei riceventi.

Ma è possibile tradurre quelle esperienze in una chiave di lettura occidentale?

Lo scopo di questo breve saggio è stimolare una riflessione sulla natura e le modalità di propagazione del Ki, a partire dai testi di Masunaga.

 

 

 

Origini dello Shiatsu

Shiatsu è un termine relativamente recente coniato negli anni Dieci del XX secolo da Tamai Tempaku, esperto di Anpuku, Anma e Do-in, tecniche di manipolazione più antiche che sono le progenitrici dell’odierno Shiatsu. Queste tecniche furono sviluppate in Cina lungo un arco di diversi secoli. Portate in Giappone da monaci-medici buddisti coreani le “pratiche di salute” si accompagnarono alla penetrazione del buddismo nell’isola. Tra le pratiche di salute importate dalla Cina, Il do-in è molto simile allo Yoga. Tra le tecniche manuali troviamo invece l’Anma e l’Anpuku da cui deriva in gran parte lo shiatsu attuale. L’Anma (An-”premere” Ma-”strofinare”) è un tipo di massaggio che si avvale di tecniche di stiramento, frizione e mobilizzazione delle articolazioni, è anche noto come “il massaggio dei samurai”. L’Anpuku ( An è qui “calmare con la mano” puku o fuku è il “ventre”) è un trattamento manuale dell’addome che ha lo stesso ceppo originario cinese ma poi si è particolarmente arricchito e sviluppato in Giappone in epoca medievale, sebbene il testo di riferimento appartenga all’epoca Edo e sia del 1827 “Anpuku Zukai” (Dizionario illustrato del massaggio addominale). Questo testo uscirà tradotto in italiano (nel 2019) grazie ai tipi di Shiatsu Milano Editore.

Come si diceva la codificazione dello Shiatsu è recente (XX secolo) e di matrice giapponese. Il primo testo esclusivo dedicato è del M° Tempaku “Shiatsu-Hou” (1939). Il ministero della Sanità giapponese riconobbe lo Shiatsu solo nel 1955, grazie al lavoro iniziato già dal 1940 da Tokujiro Namikoshi che aveva fondato il Japan Shiatsu College dove si insegnava uno Shiatsu sugli tsubo (i punti di agopuntura), poi “adattato” alle esigenze post-belliche, in cui i vincitori della guerra avevano imposto uno sradicamento della cultura tradizionale. Namikoshi “orientando” lo shiatsu verso un terreno comprensibile agli occidentali occupanti lo avvicinò ai principi fisioterapici e alla fisiologia occidentale. E’ probabile però che così facendo riuscì anche a salvarlo permettendogli di sopravvivere. Quando la distensione internazionale lo permise, anche l’ anima più “orientale” dello shiatsu rispuntò, grazie al lavoro di Shizuto Masunaga, già allievo di Tenpeki Tamai e di Namikoshi. Fu Masunaga e la scuola da lui fondata (Iokai Shiatsu Center nata nel 1968) a resuscitare la lettura energetica dello shiatsu ampliando a tutto il corpo la rete dei meridiani principali e inserendo nella pratica i concetti di pieno e vuoto (kyo e jitsu) ancora oggi alla base del suo metodo. Codificò inoltre le mappe per le aree di diagnosi addominale e dorsale. Semplificando al massimo si può dire che Namikoshi ha sviluppato uno shiatsu che guarda più ai criteri di intervento classici della medicina occidentale (orientata dal sintomo e mirante al suo trattamento diretto), mentre Masunaga ha valorizzato maggiormente la sua declinazione orientale, centrata sui concetti di Qi (Ki), meridiani energetici e dimensione percettiva dell’operatore. Entrambi però prendono le mosse dalla definizione di Shiatsu data dal Ministero giapponese della Sanità e del Benessere che qui riportiamo: “la shiatsuterapia è una forma di manipolazione che si esercita, le altre dita e le palme delle mani, senza l’ausilio di strumenti, meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute, intesa a correggere le disfunzioni interne, a conservare e migliorare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche”.

Per un approfondimento sulla storia dello shiatsu ti consiglio di leggere questo articolo http://www.ukigumo.it/un-po-di-cultura/shiatsu/

e questo di Valter Vico https://vivashiatsu.blog/lo-shiatsu-a-torino/le-origini-dello-shiatsu/

Per l’attualità e le risorse editoriali https://www.shiatsumilanoeditore.it/

Altre informazioni recenti di carattere storico si trovano in:

Introduzione de “I meridiani Shiatsu” Atlante di Fabio Zagato, Edra Edizioni, Milano, 2015,

informazioni  sulle diverse tecniche e sugli aspetti più scientifici dello shiatsu in:

Andrea Mascaro “Lo Shiatsu”  in “La PNEI e le disciplinee corporee” di AA.VV., Edra Edizioni, Milano, 2018.

Articolo su naturalmania.it

Ringrazio gli amici di www.naturalmania.it che mi hanno chiesto un contributo di approfondimento

Potete leggerlo qui e già che ci siete date un’occhiata al resto del loro bellissimo sito!

 

Cosa sono i meridiani?

Tratto dall’Introduzione de “I meridiani Shiatsu. Atlante” di Zagato Fabio, Edra Edizioni, Milano, 2015. Fabio Zagato è il caposcuola dell’Istituto Ricerche e Terapie Energetiche (I.R.T.E.)

“A volte i Meridiani Energetici vengono presentati come una sorta di rete autostradale, separata e differente da ciò che attraversa, obbligatoriamente disposta secondo latitudini e longitudini invariabili. E’ più appropriato forse considerare i Meridiani come grandi correnti oceaniche, acqua nell’acqua, quindi. Le correnti, per quanto di sostanza non differenziabile dall’oceano che le contiene, presentano caratteristiche e componenti del tutto specifiche, tali da influenzare radicalmente la vita dell’oceano stesso. Proprio per la loro consonanza con ciò in cui si muovono, sono relativamente variabili e, nel loro ramificarsi, confluire e disperdersi nell’indifferenziato, rendono pretenziosa qualsiasi certezza. Le correnti che attraversano l’uomo-energia non sono cosa diversa dal territorio che attraversano, perchè l’intero corpo-mente deve essere considerato come un unico oceano energetico”

Di seguito presentiamo i Meridiani di Masunaga confermati e completati da Zagato

masun_merid_irte

Nelle tavole oltre alle Aree energetiche sull’addome sul dorso sono presenti anche tre tabelle ai piedi delle figure.

Nella prima tabella il Ciclo circadiano energetico che mostra sia l’ordine di apparizione nel microcosmo umano dei cinque movimenti energetici (il Fuoco si presenta nella duplice veste di Fuoco Imperiale e Ministro) sia i picchi energetici massimi e minimi degli organi e visceri associati alle logge energetiche.

Nella seconda tabella troviamo il Ciclo di Nutrizione o di Mutua Produzione (ciclo Sheng) dei Cinque  movimenti energetici. In questa sequenza la fase generatrice è detta normale, con i movimenti che assumono a turno il ruolo di movimento generato e generante (rispettivamente madre e figlio). Ad esempio il Legno genera il Fuoco, il Fuoco da Figlio del Legno diventa Madre della Terra e così via…

Nella terza tabella troviamo il Ciclo di Temperanza o di Mutuo Controllo (ciclo Ké) dei Cinque movimenti energetici. In questa sequenza ciascuna fase energetica tiene sotto controllo un altro movimento. Essa, combinandosi con il ciclo precedente assicura che non vi siano eccessi nel ciclo nutritivo (ciclo Sheng).

Origini dello Shiatsu

Shiatsu (Shi-dita Atsu-tenere-mantenere-premere) è un termine relativamente recente coniato negli anni Dieci del XX secolo da Tamai Tempaku, esperto di Anpuku, Anma e Do-in, tecniche di manipolazione più antiche che sono le progenitrici dell’odierno Shiatsu. Queste tecniche furono sviluppate in Cina lungo un arco di diversi secoli. Portate in Giappone da monaci-medici buddisti coreani le “pratiche di salute” si accompagnarono alla penetrazione del buddismo nell’isola. Tra le pratiche di salute importate dalla Cina, Il do-in è molto simile allo Yoga. Tra le tecniche manuali troviamo invece l’Anma e l’Anpuku da cui deriva in gran parte lo shiatsu attuale. L’Anma (An-”premere” Ma-”strofinare”) è un tipo di massaggio che si avvale di tecniche di stiramento, frizione e mobilizzazione delle articolazioni, è anche noto come “il massaggio dei samurai”. L’Anpuku ( An ha qui il significato di “calmare con la mano” puku o fuku  “ventre”) è un trattamento manuale dell’addome che ha lo stesso ceppo originario cinese ma poi si è particolarmente arricchito e sviluppato in Giappone in epoca medievale, sebbene il testo di riferimento appartenga all’epoca Edo e sia del 1827 “Anpuku Zukai” (Dizionario illustrato del massaggio addominale)di Ota Shinsai. Questo testo uscirà tradotto in italiano (nel 2019) grazie ai tipi di Shiatsu Milano Editore.

Come si diceva la codificazione dello Shiatsu è recente (XX secolo) e di matrice giapponese. Il primo testo esclusivo dedicato è del M° Tempaku “Shiatsu-Hou” (1939). Il ministero della Sanità giapponese riconobbe lo Shiatsu solo nel 1955, grazie al lavoro iniziato già dal 1940 da Tokujiro Namikoshi che aveva fondato il Japan Shiatsu College dove si insegnava uno Shiatsu sugli tsubo (i punti di agopuntura), poi “adattato” alle esigenze post-belliche, in cui i vincitori della guerra avevano imposto uno sradicamento della cultura tradizionale. Namikoshi “orientando” lo shiatsu verso un terreno comprensibile agli occidentali occupanti lo avvicinò ai principi fisioterapici e alla fisiologia occidentale. E’ probabile però che così facendo riuscì anche a salvarlo permettendogli di sopravvivere. Quando la distensione internazionale lo permise, anche l’ anima più “orientale” dello shiatsu rispuntò, grazie al lavoro di Shizuto Masunaga, già allievo di Tenpeki Tamai e di Namikoshi. Fu Masunaga e la scuola da lui fondata (Iokai Shiatsu Center nata nel 1968) a resuscitare la lettura energetica dello shiatsu ampliando a tutto il corpo la rete dei meridiani principali e inserendo nella pratica i concetti di pieno e vuoto (kyo e jitsu) ancora oggi alla base del suo metodo. Codificò inoltre le mappe per le aree di diagnosi addominale e dorsale. Semplificando al massimo si può dire che Namikoshi ha sviluppato uno shiatsu che guarda più ai criteri di intervento classici della medicina occidentale (orientata dal sintomo e mirante al suo trattamento diretto), mentre Masunaga ha valorizzato maggiormente la sua declinazione orientale, centrata sui concetti di Qi (Ki), meridiani energetici e dimensione percettiva dell’operatore. Entrambi però prendono le mosse dalla definizione di Shiatsu data dal Ministero giapponese della Sanità e del Benessere che qui riportiamo: “la shiatsuterapia è una forma di manipolazione che si esercita con il pollice, le altre dita e le palme delle mani, senza l’ausilio di strumenti, meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute, intesa a correggere le disfunzioni interne, a conservare e migliorare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche”.

 

Per un approfondimento sulla storia dello shiatsu

http://www.ukigumo.it/un-po-di-cultura/shiatsu/

 https://vivashiatsu.blog/lo-shiatsu-a-torino/le-origini-dello-shiatsu/

Per l’attualità e le risorse editoriali https://www.shiatsumilanoeditore.it/

Altre informazioni di carattere storico si trovano nell’introduzione de “I meridiani Shiatsu” Atlante di Fabio Zagato, Edra Edizioni, Milano, 2015, e nel saggio dedicato allo Shiatsu di Andrea Mascaro che si trova in “LA PNEI e le disciplinee corporee” di AA.VV., Edra Edizioni, Milano, 2018.

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