Shiatsu è un termine relativamente recente coniato negli anni Dieci del XX secolo da Tamai Tempaku, esperto di Anpuku, Anma e Do-in, tecniche di manipolazione più antiche che sono le progenitrici dell’odierno Shiatsu. Queste tecniche furono sviluppate in Cina lungo un arco di diversi secoli. Portate in Giappone da monaci-medici buddisti coreani le “pratiche di salute” si accompagnarono alla penetrazione del buddismo nell’isola. Tra le pratiche di salute importate dalla Cina, Il do-in è molto simile allo Yoga. Tra le tecniche manuali troviamo invece l’Anma e l’Anpuku da cui deriva in gran parte lo shiatsu attuale. L’Anma (An-”premere” Ma-”strofinare”) è un tipo di massaggio che si avvale di tecniche di stiramento, frizione e mobilizzazione delle articolazioni, è anche noto come “il massaggio dei samurai”. L’Anpuku ( An è qui “calmare con la mano” puku o fuku è il “ventre”) è un trattamento manuale dell’addome che ha lo stesso ceppo originario cinese ma poi si è particolarmente arricchito e sviluppato in Giappone in epoca medievale, sebbene il testo di riferimento appartenga all’epoca Edo e sia del 1827 “Anpuku Zukai” (Dizionario illustrato del massaggio addominale). Questo testo uscirà tradotto in italiano (nel 2019) grazie ai tipi di Shiatsu Milano Editore.
Come si diceva la codificazione dello Shiatsu è recente (XX secolo) e di matrice giapponese. Il primo testo esclusivo dedicato è del M° Tempaku “Shiatsu-Hou” (1939). Il ministero della Sanità giapponese riconobbe lo Shiatsu solo nel 1955, grazie al lavoro iniziato già dal 1940 da Tokujiro Namikoshi che aveva fondato il Japan Shiatsu College dove si insegnava uno Shiatsu sugli tsubo (i punti di agopuntura), poi “adattato” alle esigenze post-belliche, in cui i vincitori della guerra avevano imposto uno sradicamento della cultura tradizionale. Namikoshi “orientando” lo shiatsu verso un terreno comprensibile agli occidentali occupanti lo avvicinò ai principi fisioterapici e alla fisiologia occidentale. E’ probabile però che così facendo riuscì anche a salvarlo permettendogli di sopravvivere. Quando la distensione internazionale lo permise, anche l’ anima più “orientale” dello shiatsu rispuntò, grazie al lavoro di Shizuto Masunaga, già allievo di Tenpeki Tamai e di Namikoshi. Fu Masunaga e la scuola da lui fondata (Iokai Shiatsu Center nata nel 1968) a resuscitare la lettura energetica dello shiatsu ampliando a tutto il corpo la rete dei meridiani principali e inserendo nella pratica i concetti di pieno e vuoto (kyo e jitsu) ancora oggi alla base del suo metodo. Codificò inoltre le mappe per le aree di diagnosi addominale e dorsale. Semplificando al massimo si può dire che Namikoshi ha sviluppato uno shiatsu che guarda più ai criteri di intervento classici della medicina occidentale (orientata dal sintomo e mirante al suo trattamento diretto), mentre Masunaga ha valorizzato maggiormente la sua declinazione orientale, centrata sui concetti di Qi (Ki), meridiani energetici e dimensione percettiva dell’operatore. Entrambi però prendono le mosse dalla definizione di Shiatsu data dal Ministero giapponese della Sanità e del Benessere che qui riportiamo: “la shiatsuterapia è una forma di manipolazione che si esercita, le altre dita e le palme delle mani, senza l’ausilio di strumenti, meccanici o d’altro genere. Consiste nella pressione sulla cute, intesa a correggere le disfunzioni interne, a conservare e migliorare lo stato di salute o a trattare malattie specifiche”.
Per un approfondimento sulla storia dello shiatsu ti consiglio di leggere questo articolo http://www.ukigumo.it/un-po-di-cultura/shiatsu/
e questo di Valter Vico https://vivashiatsu.blog/lo-shiatsu-a-torino/le-origini-dello-shiatsu/
Per l’attualità e le risorse editoriali https://www.shiatsumilanoeditore.it/
Altre informazioni recenti di carattere storico si trovano in:
Introduzione de “I meridiani Shiatsu” Atlante di Fabio Zagato, Edra Edizioni, Milano, 2015,
informazioni sulle diverse tecniche e sugli aspetti più scientifici dello shiatsu in:
Andrea Mascaro “Lo Shiatsu” in “La PNEI e le disciplinee corporee” di AA.VV., Edra Edizioni, Milano, 2018.
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