Nel 2018 ho condotto uno studio di caso presso una residenza diurna psichiatrica a Sesto Fiorentino.
 Di seguito presento in sintesi il disegno della ricerca i risultati osservati le criticità riscontrate


Disegno della ricerca

1 ciclo di 9 trattamenti (1/settimana)

Ricevente affetto da sordomutismo  e dipendenza da sostanze stupefacenti (donna di 44 anni con diverse problematiche anche di tipo comportamentale e un’esperienza carceraria alle spalle)

Per ogni sessione:

  • 1 trattamento shiatsu 45/60 minuti
  • 3 questionari ( inizio/fine trattamento 1 scala VAS +  inizio trattamento 1 scala ESAS)

Di seguito gli strumenti utilizzati

Le scale VAS (più immediata) ed ESAS sono qualitative e soggettive, nel senso che cercano di cogliere nell’immediato lo stato d’animo e di fotografare la percezione soggettiva dell’utente. Nel caso di un utente psichiatrico naturalmente questi strumenti – già di per sè non scevri da criticità – sono ancora più complessi da analizzare, soprattutto se non vengono integrati (come è stato in questo caso) da strumenti di valutazione provenienti da altre fonti qualificate (operatori sanitari e familiari). Purtroppo per i limiti organizzativi e logistici di questa esperienza non è stato possibile ricavare tali ulteriori dati e incrociarli con i risultati dei questionari.

Queste  le risposte del Ricevente visualizzate attraverso grafici

I risultati

Nell’ultimo grafico (pag.6)  vengono accostati risultati pre/post VAS (quindi prima e dopo il trattamento) e la scala di benessere generale che non è altro che la media ricavata dalle risposte della scala ESAS. La ragione del picco di benessere raggiunto in modo improvviso nel corso della quinta seduta non è stato possibile spiegarlo. Tuttavia dall’andamento del grafico del benessere generale si nota un miglioramento sensibile rispetto all’inizio del trattamento.

Nel follow-up (a 6 mesi dalla fine dei trattamenti) i miglioramenti più sensibili si sono registrati sotto il profilo dell’umore, ma non solo. Il Ricevente ha intrapreso una dieta e ha deciso di riprendere ad andare a cavallo, un’antica passione che era stata accantonata. Anche i rapporti con i familiari più stretti sono migliorati!

Confermati tutti gli aspetti già emersi in tutti gli studi simili, legati al maggior coinvolgimento del Ricevente attraverso un progressivo (seppur minimo) rilassamento dei tessuti e una regolarizzazione del respiro.

Le criticità

  1. mancato o scarso coordinamento con le altre figure di cura (psicologo/assistente sociale/medico, ecc…;
  2. mancato o scarso collegamento con i familiari;
  3. mancanza di continuità operativa (più cicli di trattamento e quindi osservazioni più consistenti da un punto di vista temporale);
  4. necessità di incrociare più fonti informative in caso di persone affette da problematiche psichiche di una certa entità.

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